Rock & Roll is Dead | The Hellacopters (Universal International, 2005) È risaputo, la rotta ci spinge verso Nord. È da lì che nascono band come gli Hellacopters e dischi come Rock & Roll is Dead, capace di suonare fresco e ispirato come dieci anni fa. Perfettamente bilanciato tra pop, blues e rock, Rock & Roll is Dead è un’opera in grado di ambire serenamente allo status di classico. Ogni brano possiede un arrangiamento dannatamente convincente, nasce ispirato da Stones e MC5, ma cresce senza nessun riverenza, facendo ponte tra le due coste dell’Atlantico, tra garage, glam e rock di fine ’60. Va oltre le etichette, le inutili definizioni e le tante parole che spesso si sprecano per descrivere un disco. Rock & Roll is Dead vola alto per scrittura, produzione ed esecuzione, ma soprattutto per la passione, quasi southern, che trasmette e comunica quasi con leggerezza, tanto è gradito lo scorrere veloce dei suoi tredici brani. E se gli Hellacopters nascono in Svezia, allora la geografia della musica non ha davvero più senso. Top songs: Everything’s on TV, I’m With The Band, No Angel to Lay Me Away.
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Not just a stupid fuckin’ rock and roll album!
Payback’s a Bitch | Kory Clarke (Livewire/Cargo Records, 2014) Al diavolo! Inizialmente non sapevo che cosa scrivere di Payback’s a Bitch. Poi ho cominciato a vedere il sentiero, seguire le sue tracce e riconoscerlo. È uno di quei dischi rivelatori, multiforme, dai toni e dalle timbriche variabili, ai quali alla fine devi arrenderti. Rivelatore, perché Kory Clarke, oltre a qualche episodio marchiato a fuoco dal suo ben riconoscibile punk rock and roll, ci fa saltare, commuovere e quasi ballare. Tra il sound nero di Detroit, i T-Rex, Tom Waits e qualche escursione elettronica – non completamente riuscita – Payback’s a Bitch ci mette comunque con le spalle al muro, ascolto dopo ascolto. La title track apre il disco nel miglior modo possibile, Get Down to Business è un funk magistrale, Freak e Hoezone suonano come i Warrior Soul più convincenti e Rock N’ Roll Genocide ha un irresistibile ritornello anni ’80. Detto questo, sono però The Last Hand e Meet Me in Las Vegas ad alzare il livello di quest’opera. Due gemme preziose, intime e splendidamente interpretate, che scoprono una voce che non credevo così calda ed emozionante. E’ bello sapere che anche quando la partitura musicale vira verso lidi diversi, Kory Clarke è sempre in grado di regalarci grandi canzoni. Payback’s a Bitch è un disco che non ha paura, libero e consapevole del proprio valore, un vero peccato trascurarlo.
Payback’s a Bitch esce il 22 settembre attraverso Livewire su tutte le principali piattaforme digitali (Amazon, HMV, etc)
Mai troppo sconvolti.
Billy Idol era il cantante dei Generation X. Nella breve primavera del punk inglese questi quattro ragazzi si ritagliarono un discreto spazio, lontani dal furbo esordio dei Sex Pistols e pure dalla seducente decadenza dei Damned. Ai Gen X manca quel disordinato wall of sound che ha reso il punk rock, ai nostri occhi, ribelle e pericoloso. Qui c’è tanto pop e qualche gemma, come Your Generation e Dancing With Myself, tra i pochi pezzi che si elevano dai vicoli di una dignitosa carriera. Mai troppo oltraggiosi, precisi o taglienti, eppure piacevoli all’ascolto, anche in episodi più rilassati, dove si intravede talento melodico e cuore. Certo Rebel Yell – Keith Forsey alla produzione e Steve Stevens alle chitarre – era di un altro pianeta e rese infatti Billy Idol una star. Detto ciò, almeno una volta all’anno, non posso fare a meno dei Generation X e della loro Night of the Cadillacs. Consigliata una raccolta.
Words are not enough. Get a copy!
MM è uno degli album più ispirati di sempre. Non serve dirlo, piuttosto serve ascoltarlo. Perchè la parola è vana di fronte alla bellezza di questo ritratto post punk. Sempre ’70, sempre magia, sempre Tom Verlaine e sempre NYC. Banditi i classici tre accordi, i Television stravolgono la chitarra punk, facendola decollare verso una dimensione sconosciuta e fantastica. Sublimi